Dalle rocce metamorfiche alla barite

Le rocce più antiche affiorano ad occidente del Chiese, lungo la bassa valle del Caffaro. Si tratta di rocce metamorfiche grigiastre, lucide ed argentate, che documentano le intense deformazioni subite dalla crosta terrestre durante lo scontro tra continenti avvenuto circa 300-350 milioni di anni fa. Sopra questi sedimenti, ghiaie cementate composte di grossi ciottoli scuri e pezzi di quarzo immersi in una matrice rossastra, sono il risultato dell'erosione di questi rilievi. Si tratta del Verrucano Lombardo (o Conglomerato Basale).
Quasi 270 milioni di anni fa, nel Permiano inferiore, imponenti fenomeni vulcanici sconvolsero il territorio trentino. Esplosioni violentissime riversarono sulla crosta terreste immani quantità di prodotti vulcanici, accumulando strati che in alcuni punti superano anche i 3.000 metri, estendendosi su gran parte del Trentino centro-orientale e sudoccidentale sotto forma di un imponente piastrone solidificato coperto dai boschi alla base del versante occidentale della Valle del Chiese.
Nelle fasi di quiete, esili torrenti depositavano sabbie e ghiaie in ristretti specchi lacustri che, trasformati in rocce scure, affiorano ora alla base delle pareti occidentali del Chiese all'altezza di Lodrone e Darzo. All'interno di queste rocce, nei pressi di Darzo, esiste un considerevole giacimento di barite (solfato di bario - BaSO4), minerale molto pesante che si presenta in cristalli tabulari o in aggregati fibrosi biancastri, i cui sali vengono impiegati nell'industria delle vernici, della gomma, della carta. Negli ultimi secoli, sono state diverse le miniere aperte: l'attività estrattiva avveniva lungo la Val Sorino, il Rio Santa Barbara, ma soprattutto nei pressi del Dos Marìgole, la cui miniere fondate dai fratelli Corna-Pellegrini risalgono al 1894 e sono oggi visitabili.