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Nella Palù di Boniprati con… la drosera

Drosera rotundifolia

Per una pianta, la torbiera non rappresenta un ambiente facile. Oltre all'eccesso idrico, deve fare i conti con un pH acido e con la scarsità di nutrienti, azoto in particolar modo. Per far fronte a queste difficili condizioni, le piante hanno escogitato una tecnica quanto mai curiosa: diventare carnivore e ottenere dagli insetti gran parte degli elementi di cui hanno bisogno.
La drosera è una pianta che, per le sue dimensioni (10-20 cm), passa spesso inosservata; dietro all'apparente innocenza ed eleganza però si nasconde una temibile cacciatrice. I sottili peli che adornano le sue foglie secernono piccole gocce di un liquido vischioso che non lascia scampo agli insetti che incautamente si appoggiano sulla piccola pianta. Dopo la cattura, i lunghi tentacoli che sorreggono le foglie si ripiegano e producono gli enzimi necessari per la digestione.
In passato, la natura insolita e misteriosa della drosera, aveva attratto l'attenzione degli alchimisti, che nella notte di San Giovanni, camminando all'indietro (per assicurarsi di non essere inseguiti dal diavolo) andavano alla ricerca per cogliere delle preziose gocce prodotte dalle foglie dalla pianta.



Drosera (Drosera rotundifolia) tra gli sfagni
Drosera (Drosera rotundifolia) tra gli sfagni
(foto di Arch. MUSE)
 
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